La storia inizia quando, più di un secolo fa, il fratello del fondatore torna dagli Stati Uniti d'America dove ha lavorato come capo mastro sui cantieri edili per diversi anni, mettendo da parte un discreto gruzzoletto capace di ripagargli il viaggio di ritorno e di sperare, una volta tornato a casa e ricongiuntosi con la sua famiglia, di avviare nuovi e più grandi progetti. Ad aspettarlo c'è il fratello Ciriaco, padre di una famiglia numerosa fatta di ben 12 figli, come all'epoca era comune trovare. I due fratelli decidono che, per impegare al meglio le tante braccia pronte a lavorare della famiglia, dovevano acquistare dei terreni stupendi e iniziare tutti a concentrarsi sull'obiettivo di rendereli ancora più belli, di realizzare un piccolo sogno, diventare imprenditori e non più, come in passato, braccianti agricoli. Il sito scelto, un tempo riserva di caccia dei principi di Montemiletto, è situato in una posizione da cui si gode un panorama stupendo a guardare dall'alto la valle del Calore a fronteggiare la rinomata Taurasi. La determinazione dei due fratelli e il sudore della loro famiglia trasformarono in breve tempo i terreni incolti in una fiorente attività agricola.
Nel secondo decennio del '900 dopo aver accumulato la dovuta esperienza e conoscendo le potenzialità delle loro terre, Ciriaco e Florindo decisero di fare il salto di qualità. In una giornata storica per la nostra azienda, i due decisero di specializzarsi e di convertire l'azienda agricola ad azienda vitivinicola. La scelta si dimostrò vincente per due motivi. Il primo poichè il vino all'epoca viveva sul mercato un'ascesa costante a causa della diffusione della filossera (grave malattia della vite portata dall'America agli inizi del '900) e del conseguente calo dell'offerta che spostava la domanda ad aree fino ad allora chiuse al mercato locale. Il secondo poichè i due fratelli con determinazione e capacità puntarano sulla qualità che impararono a produrre subito ad ottimi livelli. In pochi anni si arrivò addirittura a far apprezzare i vini molto lontano per l'epoca. Il grosso, infatti, si vendeva in Piemonte e Francia dove il nostro aglianico era la base dei migliori tagli. L'azienda crebbe e da semplici contadini ormai si era passati ad una vera e propria attività imprenditoriale capace di dare lavoro a diverse famiglie nel paese e di dotarsi delle più avanzate tecnologie e macchine di produzione. Il vino dei Capitani era già un valore per il nostro territorio. Pietra dopo pietra l'azienda si prese l'onere di costruire una strada che permettesse di arrivare alla scalo ferroviario più vicino per poter caricare il nostro aglianico a dorso di mulo.
L'azienda superò i difficili anni delle due guerre mondiali e l'arrivo, anche in Irpinia, della furia devastatrice della filossera. L'amore per la terra e i suoi frutti non vennero mai meno e i vigneti vennero reimpiantati totalmente, l'azienda rifiorì e raggiunse il massimo splendore, grazie anche al duro lavoro che, per più di quarant'anni, le dedicarono i numerosi figli del fondatore.
Negli anni ’70, a causa dell’allontanarsi dei giovani dalle attività agricole, avvenne l’inevitabile declino dell’azienda. La seconda generazione decise di investire sull'istruzione dei figli e invogliare ognuno ad una professione. La lunga tradizione si stava così ormai spegnendo.